Wednesday, November 14, 2007

Sapienza e potenza umana e divina

Porgete l'orecchio, voi che dominate le moltitudini e siete orgogliosi
per il gran numero dei vostri popoli.
La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza
dall'Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi;
L'inferiore è meritevole di pietà, ma i potenti saranno esaminati con
rigore.
(Sap 6,2-12)

Io ho detto: «Voi siete dei,
siete tutti figli dell'Altissimo» .
Eppure morirete come ogni uomo,
cadrete come tutti i potenti.
(Sal 81)

Appena li vide, Gesù disse: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E
mentre essi andavano, furono sanati.
(Lc 17, 12)

La potenza umana si esprime nel governo sui popoli, sul Regno affidato da Dio, nel controllo e giudizio di cio' che succede. Chi e' potente ha piu' responsabilita' di chi non lo e'. Ognuno di noi ha un certo grado di potenza/controllo/responsabilita': piu' o meno, a seconda di quante interazioni abbiamo. Fa piacere sentire che tutto scorre come dovrebbe, grazie al nostro impegno. Ma dovremmo ricordarci che in realta', cio' e' ben poca cosa di fronte alla potenza di Dio. Dio/Gesu' ha potenza di sanare i lebbrosi con le sue sole parole. Noi moriremo e cadremo come tutti gli uomini. La nostra potenza si scontra con la realta' della vita, e perde senza alcuna possibilta': basta una malattia, fisica o mentale, per farci comprendere quanto poco, in realta', possiamo.
Ricerchiamo la vera Sapienza: che ci guidi in cio' che possiamo controllare, e che ci aiuti, illumini, curi, in cio' su cui non abbiamo alcun potere.

Tuesday, November 13, 2007

Sapienza e presenza di Dio

Amo le letture di oggi. Eccone alcuni estratti:

"Amate la giustizia, voi che governate sulla terra, rettamente pensate
del Signore, cercatelo con cuore semplice.
Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano, si mostra a
coloro che non ricusano di credere in lui. [..] La sapienza è uno spirito amico degli uomini; [..] lo spirito del Signore riempie l'universo e, abbracciando ogni
cosa, conosce ogni voce."
(Sap 1, 1-7)

"Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra. "
(Sal 138)

"Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire
a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi
ascolterebbe"
(Lc 17, 6)

La Sapienza e' la presenza del Signore nel mondo - essa conosce ogni voce, ed e' dappertutto. Per questo, e' impossibile nascondersi al Signore. Se noi siamo aperti, possiamo noi stessi conoscerlo, scoprirne le sue tracce. Allora saremmo una cosa sola con il mondo stesso, e la nostra parola avrebbe potere di azione su di esso.

Sunday, November 11, 2007

Eternita' e confronto tra fedi

Oggi, a Messa, non mi sono resa completamente conto di quanto terribile sia stata la prima lettura (2 Mac 7, 1-2. 9-14). Bambini piangevano, e la lettura era, ovviamente, in Inglese. Conoscevo la storia, ma non ricordavo i dettagli, e solo ora che la leggo per conto mio, mi rendo conto di quanto sia tremenda. 'Vietata ai minori per violenza', ha giustamente detto la donna che ha commentato questo passaggio nell'omelia. Eppure, ci e' fatta leggere dalla Chiesa per ricordare l'importanza della fede nella risurrezione, nell'eternita', ripresa poi anche da Gesu' nella sua risposta alla domanda tendenziosa del sadduceo (Lc 20, 27-38).

In qualche modo, questo si collega ad una interessantissima e stimolante discussione che abbiamo avuto ieri sera con due amici musulmani, da cui eravamo ospiti per cena. La domanda posta da Lucas, e ispirata dal fatto che la mia amica porta il velo, e' stata, piu' o meno: 'a che cosa ti serve, la religione'? Da qui, e' nata una discussione durata molte ore, in cui mi hanno colpito molte cose.
Innanzitutto, la fermezza e la profondita' della fede dei miei amici. Dalle loro parole, si evinceva innanzitutto che per loro il pensiero della inesistenza di Dio e' inconcebile. In secondo luogo, mi hanno profondamente colpito alcune delle idee che hanno espresso, e che riassumo qui:
1) Il riconoscimento di Dio come il vero scopo di ogni essere vivente. Dio e' nascosto, e sta a noi scoprirne le sue tracce e riconoscerlo. Questo atto e' il motivo della nostra creazione. Il bisogno di essere conosciuti e riconosciuti che ognuno di noi ha e' un riflesso del desiderio che Dio stesso ha nei nostri confronti.
2) Dio sostiene tutto, crea tutto in ogni momento. Nulla accade che Dio non voglia.
3) Ogni azione che noi o altri esseri viventi compiamo (piante, animali), sono preghiere a Dio. Quando bagniamo una pianta, non le stiamo dando vita - e' solo Dio che la sostiene in vita. L'atto del bagnare e' la nostra preghiera a Dio affinche' possa mantenerla viva.
4) Dio ha molti nomi, e ci mostra volti diversi in diverse occasioni. Dio e' allo stesso tempo il misericordioso e il terribile, e sempre il giusto.
5) In tutti c'e' un desiderio di eternita', che puo' essere colmato solo da Dio.
Sono idee molto belle, ed era bello vederle vivere nelle loro parole e nei loro sguardi. Ovviamente, abbiamo discusso su alcune di esse - l'idea che ho presentato io, sul fatto che Dio abbia in qualche modo ritratto parte del suo potere per donarlo a noi, e' per loro inconcepibile: pur essendo, certo, nostra responsabilita' il cercare di migliorare questo mondo, comunque, nulla accade contro la volonta' di Dio. Il che, e' vero, e' quasi una tautologia..
In ogni modo, l'idea delle azioni come preghiere mi hanno ricordato il tema della preghiera costante, tanto caro ai mistici cristiani, e che desiderei tanto raggiungere. E' stato bello vedere come pur avendo posizioni diverse, concordavamo sul riconoscere Dio creatore e sostenitore, presente in tutti e in tutto. Pero', pensavo proprio oggi a messa, mai potrei rinunciare a Gesu', il Dio fatto uomo, vicino a noi, in noi.

Thursday, November 8, 2007

Giudizio e peccato

Le due letture di oggi (Paolo, Romani e Vangelo) sono particolarmente interessanti se lette insieme. Ascoltiamo Paolo:
Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello? ciascuno di noi renderà conto a Dio di se stesso. (Rm 14, 7-12)
Non guardare agli altri come oggetti da giudicare o disprezzare. Al contrario, ecco quale dovrebbe essere il nostro atteggiamento:
Quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la
lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova?
E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo:
Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.
(Lc 15, 8-10)
Essere felici se qualcuno che era 'perduto' e' stato 'ritrovato'. In realta', dovendo rispondere in onesta' alla domanda di Gesu', chi direbbe di conoscere molte donne che agirebbero in tale modo (o nella parabola precedente, pastori che rischiano di perdere 99 pecore per cercarne una)? Non penso che ne esistano molte.. una dramma era una moneta di quasi nessun valore. Eppure, la donna-Dio gioisce al punto da chiamare le sue amiche per fare festa, quando la ritrova. Quanto piu' noi potremmo gioire per il ritrovamento di un amico in qualcuno che pensavamo perso, ostile, crudele, antipatico..

Wednesday, November 7, 2007

Amore comandamento supremo

Nelle lettere di Paolo ci sono delle intuizioni geniali, e una di queste e' nella lettura di oggi:
"Fratelli, non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. " Rm 13,8
L'ultima parte di questi versetti e' incredibilmente aperta. Ci ricorda cio' che dira' San Francesco ('Ama, e fa' cio' che vuoi'). Chiunque, qualunque sia la sua fede o non-fede, ama il suo simile, ha adempiuto la legge. E' in realta' un atto difficile: chi, davvero, riesce ad amare il suo prossimo, come se stesso, incondizionatamente? E' un esercizio costante, reso facile solo dall'azione dello Spirito in noi.

Tuesday, November 6, 2007

Fare festa

Le letture di oggi hanno talmente tanti stimoli che e' davvero difficile scegliere di quali parlare.
Trascrivo qui alcune parti della lettera di Paolo ai Romani, che mi sembra riassumano una buona parte degli insegnamente di Gesu' di cui abbiamo parlato negli ultimi giorni.

Fratelli, noi, pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo e ciascuno per la sua parte siamo membra gli uni degli altri.
Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi. .. amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda.
Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore.
Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell'ospitalità.
Benedite coloro che vi perseguitano, benedite e non maledite.
Rallegratevi con quelli che sono nella gioia, piangete con quelli che sono nel pianto.
Abbiate i medesimi sentimenti gli uni verso gli altri; non aspirate a cose troppo alte, piegatevi invece a quelle umili.
Rm 2,5-16

Trovo bellissimo come Paolo metta insieme il tema dell'umilta' con quello dell'amore per gli altri, e dell'identificazione con tutti. Siamo membra dello stesso corpo. Partecipiamo delle stesse emozioni, gioie e dolori. Siamo al servizio degli altri.

Nel vangelo, invece, continuiamo a meditare sul tema del banchetto. A questo punto, uno degli ospiti si rivolge a Gesu', vedendo nel banchetto una metafora del pranzo nuziale celeste. Gesu' ne approfitta per rispondere con una bella e terribile parabola allo stesso tempo:
"Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena" Lc 14, 24. Il Signore aveva invitato molte persone alla sua festa, ma quasi nessuno era venuto. Ognuno era occupato in altre faccende. Eppure, egli vuole che la sua casa sia piena, nonostante il rifiuto dei primi invitati. E' interessante come Gesu' dia, all'interno di questa parabola, un riferimento a quanto aveva detto poco prima a proposito di chi scegliere come ospiti. Anche se inviti amici o coloro che credi tali, potrebbero non desiderare davvero di venire alla festa. Ma si', verremo un'altra volta, saremo sempre invitati, potremo sempre ricambiare. Sono proprio i poveri e gli storpi (coloro che erano stati qualificati come chi non poteva ricambiare, in precedenza), che invece vengono davvero.

Facciamo posto per cio' che da' vera gioia del cuore nelle nostre vite indaffarate!

Monday, November 5, 2007

Invitare chi non puo' ricambiare

Al contrario, quando dài un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi,
ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti"
Lc 14, 12-14

Siamo ancora al banchetto. Gesu' ne approfitta ora per istruire, in particolare, colui che ha invitato gli ospiti. Poco prima aveva dato un insegnamento per gli ospiti, e ora parla al padrone di casa. Questo insegnamento e' decisamente piu' strano del precedente. In questo caso, Gesu' spinge colui che ha preparato la festa a non invitare le persone care, vicine, o ricche, ma piuttosto, i poveri, gli storpi, coloro che nessuno invita mai. Il motivo non e' solo quello piu' ovvio, cioe' compiere un'azione di fratellanza verso gli ultimi, i 'rifiuti' della societa'. E' anche parte di un cammino spirituale in cui ci si dovrebbe abituare a dare senza ricevere nulla in cambio. C'e' piu' gioia nel dare che nel ricevere, e il contraccambio materiale non controbilancia mai quello spirituale che in un qualche modo si ottiene sempre.

Sunday, November 4, 2007

Umilta'

"Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà
esaltato"
Lc 14,11
Gesu' ha sempre messo l'accenno sull'importanza degli ultimi, e di essere ultimi. 'Gli ultimi saranno i primi', 'Chi vuole essere mio discepolo si faccia servo di tutti','Siamo inutili servi'. L'idea centrale e' il servizio: da qui, un senso profondo di umilta', che non significa non apprezzare se stessi e il proprio valore, ma non pensare a se stessi prima che agli altri.
E' significativo come Gesu' dica questa frase prendendo spunto da un'occasione molto concreta, come quella della scelta dei posti a tavola ad un matrimonio: e' in ogni momento della vita quotidiana che possiamo mettere in pratica cio' che Gesu' ci dice.

Thursday, November 1, 2007

Beatitudini

Oggi e' il giorno dei Santi, e la Chiesa ci invita a meditare sulle Beatitudini. Perche' ognuno di noi e' chiamato ad essere santo, e le beatitudini ci indicano la strada.

Alcune delle beatitudini non sono una scelta - chi puo' scegliere di essere afflitto, o perseguitato? Cio' avviene solo come causa di eventi o di azioni.

Ma molte delle beatitudini sono 'attive'.
Sono beati i miti, i misericordiosi, gli operatori di pace, gli affamati di giustizia, i puri di cuore, i poveri in spirito. Sono beati coloro che non si innalzano ne' si credono superiori agli altri, ma, sentendo profondamente la loro uguaglianza e fratellanza con tutti, anelano ad un mondo giusto, dove regni la pace. Sentendo tale intima comunione con tutti, sono beati coloro che sanno perdonare e guardano con cuore puro cio' che succede e chi sta intorno a loro.

Beati sono coloro che vedranno Dio, possederanno il regno di Dio, riceveranno misericordia, saranno saziati e consolati. Beati in futuro, ma con sempre un piccolo sprazzo fin d'ora. Il Regno di Dio e' in mezzo a noi, ci ha detto Gesu'!