Le letture di oggi hanno un filo importante: riconoscere la limitatezza della nostra vita, e fare attenzione a come agiamo in ogni momento.
Vegliate, perché non
sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. (Mt 24, 42)
Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore. (Salmo 89)
Il Signore poi vi faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e
verso tutti, come anche noi lo siamo verso di voi, per rendere saldi
e irreprensibili i vostri cuori nella santità, davanti a Dio Padre
nostro, al momento della venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi
santi. (1 Ts 3, 13)
Paolo ci spiega come farci trovare irreprensibili: nell'amore vicendevole e verso tutti. Egli prega per noi il Signore, affinche' cio' avvenga nei nostri cuori. Da soli, spesso, non riusciamo ad amare fino in fondo nemmeno le persone piu' care.. e quanto tempo ed energie sprechiamo, davvero, nel tenere musi, nel pensare a quante ingiustizie ci sono state fatte, invece di approfittare del fatto che siamo vivi e possiamo volerci bene?
Thursday, August 30, 2007
Wednesday, August 29, 2007
Morte assurda di un giusto
Che tristezza il Vangelo di oggi, Signore (Mc 6, 17-29). Ogni volta che leggo la descrizione della morte di Giovanni mi sento cosi' rattristata.. morire per una combinazione cosi' nefasta - odio spietato di una donna che sa di essere nel torto, capriccio senza comprensione di una ragazzina, e assurda codardia e indolenza e menefreghismo di un altro uomo ingiusto. Eppure, Giovanni probabilmente immaginava che la sua fine sarebbe stata crudele, ma non per questo si e' tirato indietro. Se uno lo confronta con il brano della prima lettura (Ger 1, 17-19), ci si puo' chiedere cosa intendesse esattamente il Signore quando promette' a Geremia:
Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti
E' stato vinto Giovanni, quando la sua testa e' stata portata su un vassoio a Erode? In un senso superiore, no - il suo messaggio rimane, la sua figura e' venerata. La salvezza che Dio promette non e' di questa terra.
(Affresco nell'abbazia di S. Giovanni Battista a Müstair - immagine trovata su questo interessante sito personale).
Ti muoveranno guerra ma non ti vinceranno,
perché io sono con te per salvarti
E' stato vinto Giovanni, quando la sua testa e' stata portata su un vassoio a Erode? In un senso superiore, no - il suo messaggio rimane, la sua figura e' venerata. La salvezza che Dio promette non e' di questa terra.
(Affresco nell'abbazia di S. Giovanni Battista a Müstair - immagine trovata su questo interessante sito personale).
Vicinanza del Signore
Signore, tu mi scruti e mi conosci,
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo. (Salmo 138)
Il Signore e' sempre con noi e ci conosce meglio ancora di noi stessi. Ci circonda con la sua presenza. Fa' che possiamo sentirti, Signore.
tu sai quando seggo e quando mi alzo.
Penetri da lontano i miei pensieri,
mi scruti quando cammino e quando riposo.
Ti sono note tutte le mie vie;
la mia parola non è ancora sulla lingua
e tu, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Stupenda per me la tua saggezza,
troppo alta, e io non la comprendo. (Salmo 138)
Il Signore e' sempre con noi e ci conosce meglio ancora di noi stessi. Ci circonda con la sua presenza. Fa' che possiamo sentirti, Signore.
Monday, August 27, 2007
Cantate e danzate
Cio' che piu' risuona in me nella liturgia di oggi e' il salmo. E' un salmo di gioia e lode, che ci invita a ricordare la gioia che ci viene dal sapere che il Signore ci ama e 'incorona gli umili' .
'Lodino il Signore con danze, con timpani e cetre gli cantino inni..
sorgano lieti dai loro giacigli' (Sal 149)
Avere il Signore nel cuore porta gioia. Il nostro comportamento e' diverso da prima, visibile agli altri. In questo senso, ci si puo' collegare alla prima lettura di oggi:
'La parola del Signore riecheggia per mezzo vostro non soltanto
in Macedonia e nell'Acaia, ma la fama della vostra fede in Dio si è
diffusa dappertutto '(1 Ts 1, 9)
Anche Gesu' rimprovera i farisei perche' 'chiudono il regno dei cieli davanti agli uomini' (Mt 23, 13)
Le loro regole cosi' severe impediscono agli uomini di vedere la bellezza del regno e la sua gioia. Si incupiscono loro stessi e rattristano gli altri.
Cerchiamo di produrre frutti di gioia, danziamo e cantiamo con 'timpani e cetre' come le persone rappresentate in questo dipinto:
E' un dipinto di Boblee, un pittore africano che ha imparato a dipingere da solo, dopo che suo nonno aveva incominciato ad insegnarli a disegnare dato che non c'erano piu' soldi per mandarlo a scuola. Vende i suoi dipinti, sono tutti bellissimi. Visitate il suo sito!
'Lodino il Signore con danze, con timpani e cetre gli cantino inni..
sorgano lieti dai loro giacigli' (Sal 149)
Avere il Signore nel cuore porta gioia. Il nostro comportamento e' diverso da prima, visibile agli altri. In questo senso, ci si puo' collegare alla prima lettura di oggi:
'La parola del Signore riecheggia per mezzo vostro non soltanto
in Macedonia e nell'Acaia, ma la fama della vostra fede in Dio si è
diffusa dappertutto '(1 Ts 1, 9)
Anche Gesu' rimprovera i farisei perche' 'chiudono il regno dei cieli davanti agli uomini' (Mt 23, 13)
Le loro regole cosi' severe impediscono agli uomini di vedere la bellezza del regno e la sua gioia. Si incupiscono loro stessi e rattristano gli altri.
Cerchiamo di produrre frutti di gioia, danziamo e cantiamo con 'timpani e cetre' come le persone rappresentate in questo dipinto:
E' un dipinto di Boblee, un pittore africano che ha imparato a dipingere da solo, dopo che suo nonno aveva incominciato ad insegnarli a disegnare dato che non c'erano piu' soldi per mandarlo a scuola. Vende i suoi dipinti, sono tutti bellissimi. Visitate il suo sito!
Tuesday, August 21, 2007
Ricchi e Regno di Dio
Gia' in post precedenti abbiamo meditato sul Regno di Dio. Il brano di oggi fa seguito a uno che si e' letto ieri, ma di cui non ho scritto: il giovane ricco che chiede cosa fare per entrare nel Regno, oltre che seguire i comandamenti come gia' sta facendo. Alla risposta di Gesu' di vendere tutto e dare il ricavato ai poveri, se ne va triste, pensando che non potra' mai fare un'azione cosi' radicale.
E cosi', Gesu' oggi commenta:
"difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli." (Mt 19.23)
Ci e' appena stato detto che i bambini possono entrare nel Regno dei Cieli, e ora viene aggiunto che i ricchi faranno fatica a entrare (anche se, Gesu' sottolinea successivamente, tutto e' possibile a Dio, anche fare passare un cammello per la cruna di un ago, se lo vuole).
I ricchi: penso che ci siano almeno due significati per questa parola:
1) In senso materiale: coloro che hanno molti soldi, molto benessere. Difficilmente si rendono conto delle sofferenze altrui, difficilmente comprendono il messaggio dell'unione fraterna di tutti. Altrimenti, non sarebbero cosi' ricchi, ma condividerebbero il piu' possibile il loro benessere.
2) Tutti coloro che sono attaccati a qualcosa in modo cosi' forte da non potersene disfare. Infatti, Gesu' continua dicendo che si ricevera' molto, nel Regno, se si abbandoneranno non solo i campi (la fonte di ricchezza materiale), ma anche i genitori e i figli (ricchezze spirituali). Cio' mi ricorda il Vangelo di Domenica (Gesu' dice di essere venuto per portare guerre, anche all'interno della famiglia). A volte essere troppo legati alla famiglia impedisce di donarsi veramente per il bene di tutti.
E cosi', Gesu' oggi commenta:
"difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli." (Mt 19.23)
Ci e' appena stato detto che i bambini possono entrare nel Regno dei Cieli, e ora viene aggiunto che i ricchi faranno fatica a entrare (anche se, Gesu' sottolinea successivamente, tutto e' possibile a Dio, anche fare passare un cammello per la cruna di un ago, se lo vuole).
I ricchi: penso che ci siano almeno due significati per questa parola:
1) In senso materiale: coloro che hanno molti soldi, molto benessere. Difficilmente si rendono conto delle sofferenze altrui, difficilmente comprendono il messaggio dell'unione fraterna di tutti. Altrimenti, non sarebbero cosi' ricchi, ma condividerebbero il piu' possibile il loro benessere.
2) Tutti coloro che sono attaccati a qualcosa in modo cosi' forte da non potersene disfare. Infatti, Gesu' continua dicendo che si ricevera' molto, nel Regno, se si abbandoneranno non solo i campi (la fonte di ricchezza materiale), ma anche i genitori e i figli (ricchezze spirituali). Cio' mi ricorda il Vangelo di Domenica (Gesu' dice di essere venuto per portare guerre, anche all'interno della famiglia). A volte essere troppo legati alla famiglia impedisce di donarsi veramente per il bene di tutti.
Sunday, August 19, 2007
Bambini
Il vangelo di oggi, che continua quello di ieri sull'unita' degli sposi, e' sul rapporto tra Gesu' e i bambini, e contiene la famosa frase di Gesu'
"Lasciate che i bambini vengano a me, perché di
questi è il regno dei cieli"(Mt 9,14)
I bambini evidentemente non erano considerati molto all'epoca, tanto che i discepoli vogliono mandarli via pensando che Gesu' abbia probabilmente cose piu' importanti da fare che benedirli. Ma Gesu' invece vuole che i bambini gli si avvicinino, e li pone come modello per entrare nel Regno dei Cieli. Indifesi, entusiasti, curiosi, sorridenti come questi bambini di Jinja, Uganda:
(foto su questo bel sito, con una piccola collezione di documenti sull'Uganda).
"Lasciate che i bambini vengano a me, perché di
questi è il regno dei cieli"(Mt 9,14)
I bambini evidentemente non erano considerati molto all'epoca, tanto che i discepoli vogliono mandarli via pensando che Gesu' abbia probabilmente cose piu' importanti da fare che benedirli. Ma Gesu' invece vuole che i bambini gli si avvicinino, e li pone come modello per entrare nel Regno dei Cieli. Indifesi, entusiasti, curiosi, sorridenti come questi bambini di Jinja, Uganda:
(foto su questo bel sito, con una piccola collezione di documenti sull'Uganda).
Saturday, August 18, 2007
Meriti e matrimonio
Da troppo tempo non scrivo su questo blog, al contrario di cio' che il titolo indicherebbe. Meglio ogni tanto che mai, pero', credo.
Ci sono alcune cose delle letture di oggi che mi hanno colpito. Una e' questa frase, che si trova nel libro di Giosue':
"Vi diedi una terra, che voi non avevate lavorata, e abitate in città, che voi non avete costruite, e mangiate i frutti delle vigne e degli oliveti, che non avete piantati» ." (Gs 24,13)
Questa frase e' scritta dopo una lunga descrizione di cio' che il Signore ha fatto per liberare gli Israeliti dal giogo degli Egiziani, e ancora dopo, per salvarli da nuovi nemici. Si adatta benissimo a me. Cio' che ho, non l'ho guadagnato con sudore. E' tutto un dono, e spesso invece che rendermene conto, mi lamento.
Il Vangelo (Mt 19,3-12) ci porta un brano che per i discepoli e' molto difficile da capire: l'impossibilita' del ripudio. La loro conclusione e' disperata: Ma allora, se queste devono essere le regole, meglio non sposarsi! Chi potra' mai essere sicuro di volere rimanere con la stessa persona tutta la vita?
La risposta di Gesu' e' per lo meno sconcertante: sembra dire: in effetti, e' proprio meglio se non vi sposate.. e vi dedicate invece al servizio del Regno. Secondo me, pero', questo 'farsi eunuchi per il Regno' ha un significato piu' profondo. Perche' i discepoli pensano che sia bene poter ripudiare la propria moglie? Perche' immaginano che ad un certo punto della loro vita, probabilmente, ci sara' una qualche altra donna che li attirera' di piu', e vorranno essere liberi di poter cambiare. Gesu' potrebbe voler loro dire che non devono seguire solo impulsi momentanei dettati da desideri fisici. Il legame che c'e' tra gli sposi e' piu' profondo che un semplice legame carnale: i due sono proprio diventati una cosa sola. Il Regno e' la comprensione di questa unita', a partire dalla persona a cui siamo piu' vicini. Essere eunuchi per il Regno potrebbe quindi voler dire rinunciare a desideri di separazione e desideri di possesso, riconoscere la profonda unita' di tutti a partire dall'esperienza piu' vicina alla nostra quotidianita', che e' l'unita' tra moglie e marito.
Ci sono alcune cose delle letture di oggi che mi hanno colpito. Una e' questa frase, che si trova nel libro di Giosue':
"Vi diedi una terra, che voi non avevate lavorata, e abitate in città, che voi non avete costruite, e mangiate i frutti delle vigne e degli oliveti, che non avete piantati» ." (Gs 24,13)
Questa frase e' scritta dopo una lunga descrizione di cio' che il Signore ha fatto per liberare gli Israeliti dal giogo degli Egiziani, e ancora dopo, per salvarli da nuovi nemici. Si adatta benissimo a me. Cio' che ho, non l'ho guadagnato con sudore. E' tutto un dono, e spesso invece che rendermene conto, mi lamento.
Il Vangelo (Mt 19,3-12) ci porta un brano che per i discepoli e' molto difficile da capire: l'impossibilita' del ripudio. La loro conclusione e' disperata: Ma allora, se queste devono essere le regole, meglio non sposarsi! Chi potra' mai essere sicuro di volere rimanere con la stessa persona tutta la vita?
La risposta di Gesu' e' per lo meno sconcertante: sembra dire: in effetti, e' proprio meglio se non vi sposate.. e vi dedicate invece al servizio del Regno. Secondo me, pero', questo 'farsi eunuchi per il Regno' ha un significato piu' profondo. Perche' i discepoli pensano che sia bene poter ripudiare la propria moglie? Perche' immaginano che ad un certo punto della loro vita, probabilmente, ci sara' una qualche altra donna che li attirera' di piu', e vorranno essere liberi di poter cambiare. Gesu' potrebbe voler loro dire che non devono seguire solo impulsi momentanei dettati da desideri fisici. Il legame che c'e' tra gli sposi e' piu' profondo che un semplice legame carnale: i due sono proprio diventati una cosa sola. Il Regno e' la comprensione di questa unita', a partire dalla persona a cui siamo piu' vicini. Essere eunuchi per il Regno potrebbe quindi voler dire rinunciare a desideri di separazione e desideri di possesso, riconoscere la profonda unita' di tutti a partire dall'esperienza piu' vicina alla nostra quotidianita', che e' l'unita' tra moglie e marito.
Wednesday, August 1, 2007
Regno di Dio e trasfigurazione quotidiana
Oggi ci sono due letture interessanti lette in parallelo. La prima e' la descrizione della trasfigurazione di Mose' dopo avere parlato con il Signore: il suo viso diventa 'raggiante', in modo talmente evidente che gli Israeliti hanno paura di avvicinarglisi (Es 34, 29-35). La seconda e' composta da due metafore riguardanti il Regno di Dio: un tesoro nascosto in un campo e una perla preziosa, che riempiono di gioia coloro che li trovano, al punto da vendere tutti i propri averi per possederli. (Mt 13, 44-46)
La trasfigurazione di Mose' avviene dopo avere conversato con Dio, dopo essersi intrattenuto alla sua presenza, e si manifesta a tutti, nella sua vita quotidiana. Nella seconda lettura ci viene anche descritto un incontro con Dio, ma sembra essere piu' 'una tantum', che avviene e sconvolge la vita delle persone coinvolte.
E' possibile che trovare la perla e vendere tutti i nostri averi sia qualcosa che possiamo vivere quotidianamente? Una volta trovata la perla, per gioirne, dobbiamo costantemente vendere i nostri averi. Se la perla e' la presenza di Dio in noi e in terra, dobbiamo ogni giorno rinunciare a cio' che sarebbe 'nostro' per possederla. Il nostro orgoglio, i nostri bei piani, la nostra chiusura in noi stessi. A volte, anche i nostri cari. Ma e' qualcosa che se fatta, porta gioia , e che rende il nostro volto radioso.
La trasfigurazione di Mose' avviene dopo avere conversato con Dio, dopo essersi intrattenuto alla sua presenza, e si manifesta a tutti, nella sua vita quotidiana. Nella seconda lettura ci viene anche descritto un incontro con Dio, ma sembra essere piu' 'una tantum', che avviene e sconvolge la vita delle persone coinvolte.
E' possibile che trovare la perla e vendere tutti i nostri averi sia qualcosa che possiamo vivere quotidianamente? Una volta trovata la perla, per gioirne, dobbiamo costantemente vendere i nostri averi. Se la perla e' la presenza di Dio in noi e in terra, dobbiamo ogni giorno rinunciare a cio' che sarebbe 'nostro' per possederla. Il nostro orgoglio, i nostri bei piani, la nostra chiusura in noi stessi. A volte, anche i nostri cari. Ma e' qualcosa che se fatta, porta gioia , e che rende il nostro volto radioso.
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